Sul fronte cambi, l‘euro ha aperto la settimana consolidando il movimento di apprezzamento sul dollaro statunitense, e andando a registrare nuovi livelli massimi da due mesi a questa parte.
Il nuovo rimbalzo della divisa unica sembra essere basato soprattutto sulla possibile svolta della politica tedesca, con l’esecutivo che si avvia verso una nuova Grande Coalizione CDU-CSU con la SPD, visto e considerato che i socialisti – contrariamente a quanto avveniva non troppe settimane fa – hanno aperto alla possibilità di una nuova alleanza di governo Merkel.
Per quanto concerne Wall Street, l’euro/dollaro sta scambiando poco sotto il massimo giornaliero di ieri, per il livello più alto da fine settembre a questa parte. La valuta unica tiene le posizioni anche sulla sterlina.
Passando poi al comparto delle commodity, sul fronte delle materie prime è rimasta una certa debolezza legata anche allo storno del petrolio in vista dell’aspettativa sull’OPEC. I paesi OPEC e i loro alleati hanno ridotto la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno da gennaio, concordando di tenere bassa la produzione fino a marzo 2018. Giovedì ci sarà un meeting e il mercato si aspetta l’estensione dei tagli oltre la naturale scadenza, almeno fino a dicembre 2018.
Gli analisti scommettono in maniera molto positiva rispetto a questo taglio, e scommettono sul fatto che gli interessi di parte araba e russa possano spingere verso la conclusione di un’intesa (anche se i russi non sono parte integrante del cartello OPEC, potrebbero immediatamente rendersi disponibili a un allargamento sostanziale delle intese anche al di fuori dell’organizzazione).
Non ci resta dunque che attendere novità dal meeting di Vienna.