Ictus, danni ridotti grazie a un veleno

Curare l’ictus, e ridurre i suoi danni, attraverso un veleno. È quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori della Queensland University e della Monash University, australiane, che avrebbero individuato un peptide presente nel veleno di uno dei ragni più velenosi d’Australia – il ‘ragno dalla ragnatela a imbuto’ o ‘ragno dei cunicoli’, o – meglio – Hadronyche infensa – e che sarebbe in grado di conservare il cervello dalla perdita dei neuroni che sarebbe conseguente a un ictus.

Di fatti, ricordano i ricercatori australiani, in seguito a un ictus il livello di ossigeno nel cervello cala di colpo e per poter continuare a funzionare il nostro organo non può far altro che iniziare a consumare il glucosio mediante un processo denominato glicolisi anaerobica. Questa particolare reazione consente effettivamente la sopravvivenza, ma a un costo: viene infatti innescato il rilascio di un acido che finisce con l’aggredire i neuroni, con conseguenze anche molto gravi e disabilitanti.

Ebbene, secondo quanto affermano i ricercatori nel loro studio, la molecola presente nel veleno del pericoloso ragno, chiamata Hi1a, può bloccare il rilascio dell’acido, consentendo così di salvare i neuroni dalla morte.

Per poter arrivare a tale interessante conclusione, gli scienziati hanno iniettato la molecola in questione in alcuni topi di laboratorio colpiti da ictus: il risultato, particolarmente rilevante, è che se iniettata entro due ore dal colpo apoplettico, la molecola può ridurre dell’80% i danni dal cervello, e del 65% se l’iniezione avviene entro otto ore.

Una scoperta straordinaria, dunque, considerato che – se confermata – si tratterebbe del primo farmaco che può realmente bloccare gli effetti che derivano dai colpi apoplettici. La sperimentazione deve naturalmente ancora essere verificata sull’uomo, ma l’ottimismo sembra essere piuttosto elevato e, dunque, tutto lascia ben sperare per il prossimo futuro.

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