La Riforma costituzionale: le ragioni del sì e del no

renzi-matteoFra pochi giorni ci si reca alle urne per esprimere la propria opinione sulla Riforma Costituzionale proposta dal Governo. In realtà tale riforma è già stata approvata dalla camera e dal senato, in particolare quest’ultimo ha espresso il suo parere positivo il giorno 20 gennaio 2016. Ora tocca alla popolazione dichiararsi a favore o contro la modifica della Costituzione, anche se non è facile comprendere le ragioni del sì e del no, in quanto si tratta anche di motivazioni politiche che esulano dal quesito referendario.

La posizione dell’opposizione

Chiaramente l’opposizione è contraria alle proposte del governo, anche se tale opposizione ha ovviamente un forte peso politico. Negli ultimi mesi le discussioni riguardo al futuro referendum si sono fatte viva via più accese anche a causa del fatto che chi non si trova al governo vede una possibile vittoria del no come un chiaro messaggio da consegnare all’esecutivo. Sono molte le persone che spingono perché gli italiani esprimano con il loro no un chiaro rifiuto alle politiche del premier. Per questo motivo anche coloro i quali hanno votato in Parlamento per far procedere l’iter della legge di Riforma Costituzionale oggi spingono perché tale legge naufraghi a causa del referendum.

La posizione dei partiti di governo

Chiaramente il governo spinge perché la popolazione accetti il disegno di legge. Anche all’interno dei partiti di maggioranza però ci sono diverse figure che si mostrano particolarmente critiche nei confronti del disegno di legge, molti dei quali lo fanno per le stesse motivazioni dell’opposizione. Del resto anche all’interno dell’opposizione c’è chi invece spera nella vittoria del Sì e appoggia strenuamente la Riforma Costituzionale, vedendola come un passo avanti rispetto alla situazione attuale.

Le modifiche alla Costituzione

Le principali modifiche proposte dal Disegno di legge riguardano il Senato, in particolare il numero dei Senatori, la loro provenienza e la composizione di questo organo del Parlamento. In particolare il nuovo Senato sarà costituito da soli 100 Senatori, privi di indennità per lo svolgimento di questo compito istituzionale. Questo taglia in modo deciso la spesa pubblica, visto che oggi il numero di Senatori, pagati ogni mese dallo Stato, è di 305. Il nuovo Senato delle Regioni sarà costituito da 5 membri designati dal capo dello Stato, 74 consiglieri comunali e 21 sindaci. In particolare ogni regione parteciperà con un numero di Senatori direttamente proporzionale al numero dei suoi abitanti.

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