Sul fronte del mercato valutario, e in particolar modo sui cambi di euro e di dollaro, nelle ultime ore hanno generato qualche influenza le indiscrezioni – poi smentite, almeno in parte – su una possibile restrizione della politica monetaria di Banca centrale europea e di Federal Reserve. Per quanto concerne quest’ultima, un esponente Fed ha infatti dichiarato che sussistono valide argomentazioni per un rialzo dei tassi di interesse, mentre dal lato Bce si starebbe valutando una progressiva riduzione del QE, per un’ipotesi però già smentita dall’ufficio stampa di Francoforte.
Anche in virtù di tali rumors, però, il cambio euro/dollaro ha compiuto un’incursione sopra quota 1,1200, il dollaro/yen in area 103 mentre l’euro/sterlina è in area 0,8850.
Le quotazioni delle materie prime sembrano invece esser state influenzate al rialzo dal petrolio, con le quotazioni petrolifere che hanno beneficiato della diffusione dei dati sulle scorte API che mostrano riserve in calo per la quinta settimana di fila. WTI e Brent rispettivamente a 49 e 51 dollari al barile, in uno scenario di moderato ottimismo da
qui a fine anno
Infine, sul fronte obbligazionario, gli ultimi giorni non hanno portato particolari novità, con gli indici derivati di CDS hanno segnato una contenuta flessione nel costo della protezione dal rischio di insolvenza. Prestazioni piatte sui Corporate IG (+0,01%), mentre guadagni un po’ più consistenti si sono visti sui Finanziari (+0,05%) e sugli HY (+0,1%).
Vedremo, nei prossimi giorni, se i nuovi dati in uscita riusciranno a influenzare l’evoluzione di tali comparti finanziari, in attesa delle più rilevanti novità di fine mese.